Le armi del Diavolo: Anatomia di una battaglia: Pavia, 24 febbraio 1525 (Italian Edition) by Marco Scardigli & Andrea Santangelo

Le armi del Diavolo: Anatomia di una battaglia: Pavia, 24 febbraio 1525 (Italian Edition) by Marco Scardigli & Andrea Santangelo

autore:Marco Scardigli & Andrea Santangelo [Scardigli, Marco & Santangelo, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B016YEXIOK
editore: Utet
pubblicato: 2015-11-10T00:00:00+00:00


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Thomas Lenatt e il cavaliere di Montpenzat

L’attacco della cavalleria francese è una valanga inarrestabile.

Il cavaliere di Montpenzat è poco dietro il re. Alla sua sinistra c’è lo scudiero che lo accompagnerà all’incirca per metà carica, poi si staccherà e tornerà indietro, cercando di non farsi travolgere dai cavalieri che sopraggiungono. Lenatt sta a destra, in modo che il cavallo di Montpenzat resti sempre accanto al suo.

«Cosa serve vedere?» aveva detto Montpenzat quando aveva espresso la sua decisione di partecipare anche a quella campagna, nonostante la menomazione. «Durante la carica nessuno vede nulla: la feritoia della celata è un pertugio così esiguo e anche da fermo si vede a malapena una lama di realtà. Immaginatevi durante la carica, tra gli scrolloni del cavallo e la polvere. Basterà che qualcuno mi guidi nella direzione giusta e che abituiamo il mio bel Bruant a seguire il cavallo che ha di fianco. Non vedo problemi, suvvia!»

Sul fronte opposto i cavalieri imperiali sono numerosi e coraggiosi, ma non possono reggere l’urto della gendarmeria francese. Quelli armati di tutto punto, con corazza intera per l’uomo e per il cavallo e la lancia lunga, sono una minoranza. Molti indossano corazze nemmeno paragonabili a quelle nemiche e molti altri ancora hanno solo protezioni di cuoio e corte lance con la punta di acciaio su entrambe le estremità. Armi buone per le incursioni, per attaccare fanti dispersi, per eseguire i compiti di una cavalleria leggera e veloce, orgogliosa e infaticabile. Ma i piccoli cavalli spagnoli sembrano giocattoli al confronto degli enormi destrieri francesi. Contro la muraglia tonante della cavalleria francese cosa possono fare?

Possono solo farsi travolgere ed è quello che succede agli incauti che cercano di affrontare la carica. Oppure possono girare le schiene e fuggire, visto che almeno sono più veloci e agili. Ed è quello che fanno i più.

Pochi minuti e la cavalleria imperiale è scomparsa.

In parte è a terra, massacrata, senza quasi aver scalfito la potenza nemica. Alcuni cavalieri sono riusciti a resistere al primo urto e a impegnare i francesi in duello. Ma sono durati poco: a uno a uno sono caduti da cavallo o hanno chiesto mercede.

La maggior parte è fuggita verso i boschetti a nord del parco, divisa e frantumata in cento pattuglie demoralizzate che cercano il riparo degli alberi, dove i possenti cavalli francesi non possono prevalere.

Quanto è durato il combattimento? Dieci minuti? Venti? Mezz’ora?

La cavalleria francese si ferma nella piana a fianco della Vernavola.

Le celate si alzano, le lance raggiungono il cielo. Tutti gridano, tutti vogliono che il re li veda in quel momento, che sappia che sono tutti lì con lui.

Anche il re è felice. Sorride a chi gli sta intorno e grida: «Chiamatemi Signore di Milano».

I destrieri ansimano ed emettono grandi nuvole di vapore. Sotto le corazzature i loro fianchi si alzano spasmodici. Anche per quegli animali magnifici portare una tale massa di ferro e carne non è uno scherzo.

Thomas Lenatt delle Highlands è lì con la migliore nobiltà di Francia e Montpenzat gli sta al fianco, come previsto.



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